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Dossier Aeroporto di Peretola: che ti dice la VAS?

Per il raddoppio dell’aeroporto di Peretola è in corso una VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Di ciò possiamo essere grati, perché in Italia ci sono casi di infrastrutture aeroportuali — è il caso di Malpensa — nate senza VIA (Valutazione di Impatto Ambientale, che è una procedura prevista dalla legge italiana; la VAS invece era prevista dalla normativa comunitaria — direttiva 2001/42/CE recepita dal Dlgs. 152/2006). Sia lode dunque alle autorità toscane, che hanno già avviato la procedura che, per la sua prima parte è già contenuta nella Variante al Pit votata dalla Giunta regionale nel febbraio 2011; tra gli atti approvati dalla Giunta c’è infatti un Rapporto Ambientale, che rappresenta la prima parte della VAS.

Che cos’è una VAS? Lo spiega lo stesso rapporto ambientale: serve a valutare progetti e piani in modo da stabilire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. Così, il cittadino si sente al sicuro; c’è una procedura che serve a impedire scempi ambientali e a ponderare le scelte. Dove non c’è stata, come a Malpensa, c’è il disastro ambientale! Però, a leggerla davvero, la prima parte della procedura (ossia il Rapporto Ambientale) non è che rassicuri poi tanto. Per parafrasare Dante: le procedure son, ma chi pon mano ad esse? E poi, non è che il Rapporto sia scritto in modo da poter essere letto con facilità da un cittadino comune. Non a caso è stata realizzata, del Rapporto, una sintesi non tecnica, il cui italiano è però alquanto approssimativo, ed ecco un esempio: “Si sono, inoltre, raccolti e considerati glie siti del processo dialettico nell’ambito della partecipazione organizzata nell’ambito dello svolgimento della fase preliminare della procedura di VAS”. Ma non c’era sottomano un correttore di bozze, tanto più che la Regione già stipendia, per quanto riguarda il Parco della Piana (che alla variante al PIT è interessato eccome), un garante della comunicazione?

Ma lasciamo da parte le questioni linguistiche e andiamo al sodo.

L’inquinamento acustico

Il Rapporto Ambientale prende in esame tre possibili scenari: l’aeroporto di Peretola rimane così com’è; l’aereoporto di Peretola viene raddoppiato con la pista parallela; l’aereoporto di Peretola viene raddoppiato con una pista obliqua rispetto all’autostrada. Lasciamo perdere le ipotesi 1 e 3, che ora che sappiamo quello che sappiamo sono ipotesi di scuola, e concentriamoci sull’ipotesi pista parallela. Il rapporto ambientale valuta tutti i possibili rischi connessi a tale ipotesi, ad esempio il rischio da inquinamento acustico. Secondo gli estensori del rapporto (il consorzio LaMMA, l’Agenzia Regionale di Sanità, il Consorzio di bonifica della Piana fiorentina, l’Università di Firenze) una pista parallela monodirezionale (ossia con tutti i vettori in decollo e in atterraggio nella direzione di Prato) assicura il minor impatto acustico. Gli estensori sanno però che “tale scenario può essere conseguito solo imponendo vincoli non ordinari alle modalità operative dell’aeroporto” (pagina 128). In altri termini l’impatto è minimo solo se l’aeroporto si limita nelle sue attività e non pretende di funzionare ordinariamente a pieno regime. Che invece è proprio quello che si prefigge di fare il raddoppio dell’aeroporto. Che è proprio quanto è successo con l’ampliamento nel 2006 di Peretola, quando ai cittadini di Peretola e Brozzi si promise che non ci sarebbero stati voli notturni oltre le 22 e 30. Promesse di marinaio, dunque — andate a chiederlo a chi abita vicino all’aeroporto, se non ci credete. Perché anche il  nuovo Vespucci non dovrebbe funzionare appieno? Di qui una prima incrinatura nelle certezze del cittadino rassicurato, gli scenari minimi e tranquilizzanti sono tali solo a patto che vengano stabiliti certi paletti; ma l’unica certezza è data dall’infrastruttura; una volta costruita, addio bei paletti…

L’inquinamento atmosferico

Eccoci all’impatto da inquinamento atmosferico. Ora, come osserva il Rapporto Ambientale, la zona è già penalizzata in modo grave dall’inquinamento da combustione veicolare, e aggiungerci l’inquinamento da traffico aereo non è che sia una meraviglia, tanto più che non è che gli aeromobili vadano a spirito santo… Ma ecco il colpo di genio: il Rapporto Ambientale prevede uno scenario che si basa sul presupposto “che le modifiche infrastrutturali e urbanistiche già programmate non determinino una modifica complessiva dei flussi di traffico veicolare e quindi della componente emissiva” (pagina 111). In altri termini: la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A1, della linea 2 della tramvia, dell’autostrada Lastra a Signa-Prato, che saranno costruite nel frattempo, dovrebbero garantire il fatto che il traffico veicolare sarà snellito e non aumenterà intorno all’aeroporto e quindi l’aumento dell’inquinamento dovuto agli aeromobili non impatterà con un maggior traffico veicolare intorno al Vespucci, dovuto all’aumento del numero dei passeggeri in transito. Gli estensori del Rapporto sono consapevoli del fatto che scommettere sul fatto che la presenza di un aeroporto più grande non richiami più traffico è un azzardo, ma sostengono che  questa è “un’oggettiva semplificazione comunque meno arbitraria di altre” (pagina 111). E invece è altrettanto, se non più arbitraria. L’unico modo per essere sicuri che il traffico non aumenti intorno a un aeroporto raddoppiato è quello di proibire in tale zona il traffico privato, ma siamo sicuri che a questo punto AdF protesterebbe.

Questo per dire che a chi lo legga in modo spassionato, il Rapporto Ambientale appare un esercizio di equilibrismo. Da un lato non si può negare che l’aeroporto sia una infrastruttura tremendamente inquinante; dall’altra si cerca di dimostrare che le altre fonti di inquinamento concomitanti non aumenteranno, e che le opere di mitigazione compenseranno l’inquinamento dovuto direttamente all’aeroporto. E tra le opere di mitigazione il Rapporto Ambientale consiglia la “Piantumazione, ovunque possibile, di vegetazione arborea dotata di capacità di assorbimento di CO2”; il guaio è che nei pressi della pista parallela gli alberi non ci possono stare, altrimenti gli aerei ci vanno a sbattere; e che nei pressi degli altri aeroporti, come Malpensa, gli alberi crepano alla grande (vedi Malpensa e Peretola in questo stesso dossier).

L’inquinamento idrico

C’è poi il dolente capitolo delle acque. Già il Rapporto ammette (pagina 70) che la situazione delle falde della Piana è abbastanza critica. Oltre a ciò, lo stesso Rapporto definisce (a pagina 135) il raddoppiato aeroporto come “struttura di intrinseca pericolosità per via del notevole consumo di carburanti e sostanze connesse all’esercizio e manutenzione dei mezzi meccanici (idrocarburi in generale, oli, benzine e solventi)”. Come fare a evitare questo pericolo? Il Rapporto indica due possibili soluzioni: 1) spostare il Fosso Reale e gli Stagni di Focognano in direzione ovest (sì, una parola); 2) realizzare una rete adeguata di monitoraggio e  sorveglianza. Però… accidenti… il monitoraggio dei livelli di inquinamento idrico segnala che l’inquinamento è aumentato, vero? Dunque non è che prevenga il pericolo; certifica che si è realizzato. Magrissima consolazione.

A questo punto, le certezze del cittadino rassicurato si sono alquanto allentate; il cittadino ora è nervoso e impaurito, magari pronto a manifestare contro il raddoppio dell’aeroporto. Ma c’è ancora una cosa da tenere presente, che il Rapporto Ambientale non dice. I possibili scenari sono stati disegnati tenendo conto soltanto degli studi precedenti e delle possibilità future; per le emissioni di diossine ad esempio, si è tenuto conto della vecchia VIS dell’inceneritore (2003) e della previsione rispetto all’aumento del traffico aereo. Nessuno ha pensato di andare a misurare quanti veramente siano gli inquinanti nella Piana. Per cui a noi sembra probabile che succeda quello che è successo a Montale: che a infrastrutture costruite, quando qualcuno è andato a misurare davvero i livelli di diossina nella catena alimentare, i risultati sono stati allarmanti. Ma allora si disse che ciò non era dovuto all’inceneritore di Montale, bensì a fonti di inquinamento di cui non si sapeva niente. A che servono allora VIA e VAS?

Se è questo punto il cittadino è ancora rassicurato, ha nervi di acciaio (oppure ha una cointeressenza in AdF). Chi non lo fosse più ha ancora un’arma: il voto democratico. Il futuro non è ancora deciso.

Gli altri documenti del Dossier:
0. Presentazione
1. Un pò di storia
3. La pista parallela
4. Londra e Firenze
5. Areoporti nel parco

2 commenti su “Dossier Aeroporto di Peretola: che ti dice la VAS?

  1. Pingback: Tutto quello che avreste voluto sapere sull’aeroporto di Peretola (ma che nessuno vi ha mai detto) « Campi Bisenzio Notizie Blog

  2. Pingback: AEROPORTO: molte le piste su cui indagare | Firenze 5 Stelle – MoVimento

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Questa voce è stata pubblicata il 29 giugno 2012 da in Inchieste con tag , , , , , , , , , , , , , , , , .

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